Domenica alle ore 11 i biancorossi ospiteranno l’Atletico Colleferro, ottima squadra che si trova quattro punti al di sotto dei ragazzi di mister Maiolatesi.

I rossoneri possono considerarsi la seconda squadra della città, disputando campionati da ormai diciannove anni e avendo raggiunto, nelle ultime due annate, il proprio picco con la permanenza in Seconda Categoria. Prerogativa dell’Atletico è quella di annoverare tra i giocatori e lo staff esclusivamente colleferrini. Dopo un avvio alquanto difficoltoso la squadra allenata da Luciano Faraoni (per lui un passato nelle giovanili della Lazio) si è lentamente ripresa, mettendo in evidenza l’ottimo organico a disposizione malgrado i tanti infortuni. Tra i nomi più rappresentativi spiccano quelli di Ceppara, Incitti, Maselli e Rizzo, tutti con un passato in Eccellenza. Il resto della rosa è formata da tanti elementi giovani, basti pensare che tra i pali prende posto Crisafulli, classe ’98. Il club gioca le partite interne allo stadio Caslini.

Curiosità: Colleferro è un centro di recente formazione. Solo all’inizio degli anni ’10 del ‘900 infatti cominciarono a spuntare le prime abitazione, utilizzate per servire le tante fabbriche sorte in quegli anni nella Valle del Sacco. Nel 1938 un episodio segna tragicamente la città: la mattina di sabato 29 gennaio 1938 nello stabilimento Bombrini Parodi Delfino, morirono 60 persone e ne rimasero ferite più di 1.500. La strage si verificò con due esplosioni: la prima alle 7:40, per colpa di un operaio che per eliminare l’occlusione di un tubo d’aria compressa usò uno scalpello di ferro provocando scintille, che fecero subito alzare fiamme giunte a toccare 10 metri, mentre la seconda, più potente, si ebbe alle 8:05.

Il 18 giugno 1939 il principe Umberto di Savoia venne in piazza Italia per consegnare 67 ricompense al valor militare, di cui 60 furono alla memoria dei caduti e 7 ai superstiti che aiutarono gli altri a salvarsi. La notizia di questa esplosione venne riportata anche sul Times.